Andrea Pazienza nasce a San Benedetto Del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, il 23 maggio del 1956. Il padre Enrico Pazienza insegna educazione artistica e la madre Giuliana Di Cretico educazione tecnica. La famiglia vive a San Severo, in provincia di Foggia, dove Andrea scopre il disegno e sperimenta il suo talento. «Il mio primo disegnino riconoscibile l’ho fatto a 18 mesi – dice su Corto Maltese (novembre 1983) – Era un orso. Questo testimonia quanto era forte in me il bisogno di disegnare». A dodici anni si trasferisce a Pescara per studiare. Qui prende il via la sua carriera, sia per la realizzazione dei primi fumetti che per le frequentazioni artistiche che lo portano a esporre prima e a diventare poi, giovanissimo, cotitolare della galleria Convergenze, frequentata da pittori e intellettuali della città abruzzese. A Pescara nasce anche l’amicizia con Tanino Liberatore. Arriva a Bologna nel 1974 per iscriversi al Dams, ma sarà subito completamente assorbito dal lavoro di fumettista e non si laureerà mai. La frequentazione degli ambienti universitari, specie degli studenti fuorisede che si raccolgono a Bologna da mezzo paese, sarà però l’elemento da dove prenderà la maggior parte dell’ispirazione artistica. Quel mondo caotico e scalcinato fatto di politica ed esplorazioni sessuali, discussioni interminabili diventa la scenografia all’interno della quale Andrea muove i suoi personaggi. L’Italia si accorge di lui nel 1977, quando la rivista Alter Alter pubblica Le straordinarie avventure di Pentothal. È un successo inatteso e clamoroso, Pazienza diventa il punto di riferimento del movimento studentesco bolognese che si riconosce in quelle tavole e stringe amicizia con i principali artisti della scena fumettistica di quegli anni. Sempre nel 1977 entra a far parte della rivista Cannibale – fondata da Stefano Tamburini e Massimo Mattioli – dove si presenta con Filippo Scozzari e chiama Tanino Liberatore. L’attività di fumettista diventa sempre più il centro della sua vita. Tutto ruota intorno all’urgenza di raccontare, sono gli anni della sperimentazione e della satira. Andrea diventa sempre più famoso e ricercato. Nel marzo del 1981 Frigidaire pubblica Giallo scolastico, dove fa la sua prima apparizione Zanardi, e la sua popolarità esplode, creando anche qualche piccola gelosia con gli altri artisti del gruppo. Andrea viene coinvolto in collaborazioni di ogni genere e saggia le sue capacità espressive con altri strumenti come la pubblicità, i poster, i calendari, i dischi, etc.Paz inizia anche ad insegnare, a Santa Cristina di Gubbio dove sorge la Libera Università di Alcatraz coordinata da Jacopo Fo e poi a Bologna dove si trova la scuola del fumetto Zio Feininger e dove il Paz insegna insieme a Igort, Daniele Brolli, Magnus, Lorenzo Mattotti, Silvio Cadelo e tanti altri. Sono anni di attività inarrestabile, anche a causa dell’eroina che è entrata nella sua vita. Andrea crea storie e vignette a una velocità impressionante, tutto senza interrompere la sua attività di pittore e senza rinunciare a collaborazioni con il mondo della grafica pubblicitaria, del cinema, del teatro. Realizza anche cartoni animati e videoclip. Nel 1983 Francesca Alinovi organizza la rassegna “Registrazione di Frequenza” presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna ed ospita le opere di Andrea e del gruppo Valvoline: è la prima volta che il fumetto raggiunge in Italia una simile considerazione artistica. Poi espone anche presso la galleria milanese Nuages e alla mostra “Nuvole a go-go” nel Palazzo delle Esposizioni di Roma.
A settembre del 1984 lascia Bologna per trasferirsi in Toscana a Montepulciano, in provincia di Siena, ma continua a percorrere l’Italia in lungo e in largo per la sua inesauribile spinta creativa. Inizia a collaborare anche con Linus, crea Frizzer con la solita banda, disegna per Tempi Supplementari, Tango, Zut. Pubblica su Comic Art. A Roma, nel giugno del 1985, conosce Marina Comandini, che nel 1986 diventerà sua moglie e si trasferirà in Toscana con lui. Negli ultimi anni Andrea Pazienza viaggia e lavora senza sosta. Fumetto, illustrazione, grafica. Ma anche teatro e cinema, con Roberto Benigni che non lo accredita fra i collaboratori per “Il piccolo diavolo” ma poi gli dedica il film. A Montepulciano nascono il romanzo grafico Pompeo, che tanto ci dice di lui, così come Astarte e alcune delle sue storie più importanti, e a Montepulciano trova la morte, nella notte del 16 giugno 1988.