Alarico Gattìa
(Genova, 1927-2022)
Biografia
Alarico Gattìa nasce a Genova il 9 dicembre 1927. Nel 1931 va a vivere presso la famiglia dei nonni paterni a Milano. Da quel momento vivrà in questa città, salvo una parentesi in Liguria dal 1965 al 1972. Nel 1949 inizia gli studi di architettura, che lascia però nel 1953 perchè assunto come “creativo” dalla Lintas, agenzia pubblicitaria della Lever Gibbs. Suoi sono i manifesti per il sapone da barba Gibbs e numerosi “cartelli da vetrina“ per il detersivo “OMO”, che i negozi, all’epoca, esponevano per attirare il cliente. Nel 1954 il grafico Munari lo incarica di realizzare il manifesto del supercarburante Agip Boa 08. Nello stesso anno viene assunto presso la redazione di “Grazia” di Arnoldo Mondadori Editori, dove rimarrà sino al 1965. Le sue illustrazioni, in bianco e nero e a colori, appaiono su tutte le riviste dell’editore: Arianna, Confidenze, Epoca, Panorama, e, attraverso la Mondadori, anche su numerosi settimanali esteri. Nel 1955 illustra la campagna “Linoleum” creata dal grafico Bonini. Successivamente, sempre nel modo della pubblicità, disegna per campagne della Levi’s, della Victor Inox, del caffè Mexico. Sono poi da citare, ancora a fini pubblicitari, numerose storyboard (serie di disegni in sequenza, adoperati per esporre al cliente la campagna da realizzare) per le maggiori aziende: Chiquita, Cinzano, Del Monte, Ferrero, Fiat, Knorr, Kraft, Lisoform, Opel, Vim, Voiello. In questo periodo compie anche una fuggevole incursione nel campo del fumetto, sulle pagine del “Corriere del Ragazzi” diretto da Guglielmo Zucconi. Da sempre attento alle assoluta fedeltà del disegno alla realtà storica, nel 1968, insieme con Aldo Cimarelli, scrive una monografia –un fotolibro- sulle armi utilizzate nel Far West dal titolo “Così sparavano i nostri”, edito a Genova da Iro Stringa. L’anno dopo viene data alle stampe una seconda monografia, “Fucili e pistole”, che ripercorre l’evoluzione delle armi da fuoco, pubblicato da Rizzoli. Nel 1971, alla prima edizione de “Le Tre Giornate del Fumetto” di Genova, espone numerose illustrazioni; viene notato da Angela e Luciana Giussani che gli chiedono di eseguire le matite per alcuni episodi di “Diabolik”; in seguito il direttore de “Il Giornalino” don Dino Cappellaro, lo introduce alle edizioni Paoline, con le quali collaborerà per una decina d’anni; in particolare, nel 1976, ripropone, con i propri disegni, classici della letteratura come “L’ultimo dei Mohicani” di James Fenimore Cooper e “Il fanciullo rapito” di Robert Louis Stevenson. Di questo periodo anche alcune collaborazioni con l’editore francese Shirley, insieme con Mario Cubbino; ancora con Ediperiodici, unitamente a Ferdinando Carcupino (tra cui un numero speciale “Estate con Zip”). Ancora da citare i primi lavori firmati: “il Gatto giallo”, da un testo di Mihael Joseph e “Il Vurdalak”, da un racconto di Tolstoj, pubblicati sulla rivista Horror, edita da Gino Sansoni e curata da Carpi e Castelli. Inoltre, “La foca Bianca”, da un testo di Salgari. Nel 1972 disegna “Oceano”, su sceneggiatura di Joshua; poi, nel 1974, “Un marinaio sui tetti”, di Gastone Geron con la sceneggiatura di Piero Zanotto. Nel 1976 è la volta de “L’ultimo dei Mohicani”, “Il fanciullo rapito” dal testo di Robert Luis Stevenson. Nel 1977, per il sesto volume della collana Cepim “Un uomo, un’avventura”, disegna a fumetti “L’uomo del Klondike” e, l’anno successivo, “L’uomo del sud”. Nel 1978 sono edite anche “Kirgali e altre novelle” e, nel 1980, “Otto racconti per mille immagini”; di queste ultime due opere è anche sceneggiatore; inoltre, ancora nel1978, “L’arciere di Uri” da un testo di Raul Traverso (in arte Rudolph) .
Nel 1979, per Larousse, disegna, per la collana “La découverte du Monde”, “Pedro de Valdivia” e “Lewis et Clark”; nel 1981, una storia della cavalleria nella serie “Histoire du Far West”, “Le touniques bleues”. Dal 1979 e 1980 collabora anche con Enzo Biagi, nella sua Storia d’Italia a fumetti”, per il secondo e terzo volume; nel 1980 disegna “Il conte di Montecristo”. Dal 1981 lavora per il “Club degli Editori” e per la Mondadori; illustra in particolare “L’ultimo dei Mohicani” (ottanta immagini) e, nel 1982 il “Conte di Montecristo”. Tra il 1980 e il 1983 ricopre la carica di Presidente dell’Associazione Illustratori. Nello stesso anno collabora con Enzo Biagi per la “Storia delle scoperte e delle invenzioni a fumetti” e nel 1983 per i “Russi, storia dei popoli a fumetti”. Contemporaneamente disegna per i Salesiani una “Storia di Don Bosco” a fumetti, in tre volumi. Nel 1983 viene edita anche la storia a fumetti de “I tre moschettieri”, per “il Giornalino”. Nel 1984, in una sua “personale ” nell’ambito dl Lucca 16 (Salone Internazionale dei comics, del film d’animazione e della Illustrazione, 1984), espone settanta originali che ripercorrono i momenti salienti della sua carriera. Uno dei più grandi disegnatori dell’epoca, lo statunitense Burne Hogart (è stato tra l’altro il disegnatore di Tarzan) gli esprime la personale ammirazione per le sue opere. Nella stessa occasione, gli vengono assegnati due premi: il prestigioso premio internazionale “Yellow Kid”, in base ad un referendum dai congressisti provenienti da tutto il mondo, e il “Caran d’Ache 1984 per un autore italiano dell’illustrazione”, che gli viene conferito da una Giuria Internazionale. Negli anni 80 scrive e disegna anche numerose storie per “Comic Art”. Per Hobby and Work negli anni 1990, illustra, per la collana “Soldati & Battaglie della seconda guerra Mondiale” le uniformi dei combattenti di tutte le nazioni coinvolte nel conflitto. Nel 1993 disegna uno dei TEX apparsi sul portfolio “l volti segreti di Tex” per Edizioni d’Arte Lo Scarabeo. Tra il novembre 1993 e il marzo dell’anno successivo, è docente in un corso di “Illustrazione e Fumetto d’Autore” presso l’Istituto Europeo del Design. Nel 1995 è docente in un corso all’ Istituto di Grafica del Castello a Milano su “Come si realizza uno StoryBoard”. Alla fine degli anni novanta, per la De agostini, illustra le divise, le armi, le buffetterie e le monture dei cavalli di tutti i fascicoli di “Soldatini a cavallo”, raccolti poi in 4 volumi. Scompare a Genova il 3 settembre del 2022.